Spoleto: il diritto all’aborto è sotto la minaccia dei giudici “militanti”

“Senza entrare nei dettagli dell’Ordinanza del Tribunale di Spoleto, è tuttavia chiaro che si tratta di una iniziativa di un giudice “militante”, emulo di Carlo Casini, il magistrato – ora Presidente del Movimento per la Vita – che nel 1975 fece arrestare il dott. Giorgio Conciani, Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia (allora segretario del Partito Radicale) per la loro lotta per la legalizzazione dell’aborto in Italia.

Il Giudice Tutelare di Spoleto, anziché attenersi al suo ruolo e valutare l’istanza nell’ambito della legge, ha utilizzato la richiesta di autorizzazione all’interruzione volontaria della gravidanza di una ragazza minorenne per tentare di far fuori la legge 194, sostenendo che l’embrione è un individuo che gode degli stessi diritti della donna.

Vi sono ruoli e cariche incompatibili con la militanza politica e di parte. Il Giudice Tutelare in particolare dovrebbe salvaguardare i diritti delle cittadine minorenni e “sentita la donna e tenuto conto della sua volontà, delle ragioni che adduce e della relazione trasmessagli, può autorizzare la donna, con atto non soggetto a reclamo, a decidere l’interruzione di gravidanza”.

Se un giudice non è in grado di svolgere il proprio ruolo in modo imparziale, può eventualmente cambiare mestiere.”

Dichiarazione di Mario Puiatti, Presidente nazionale dell’AIED – Associazione Italiana per l’Educazione Demografica