In ricordo del dott. Renzo Plaino

Il 28 ottobre 2017 si è svolta la cerimonia di intitolazione della sala formazione dell’Ospedale di S. Vito al Tagliamento al dott. Renzo Plaino.

Il ricordo del Presidente Nazionale dell’AIED, Mario Puiatti.

Nell’autunno del 1974 – dopo molti mesi passati in una difficile, dura ma entusiasmante e vittoriosa battaglia in difesa del divorzio che ha fatto uscire l’Italia dalla cappa oscurantista che l’opprimeva – assieme ad un gruppo di amici decisi di creare un luogo dove fosse possibile parlare liberamente di sessualità e soprattutto di procreazione responsabile.

Solo tre anni prima i “pionieri” dell’AIED (Associazione Italiana per l’Educazione Demografica), dopo anni di battaglie culturali, politiche e giudiziarie, erano riusciti ad ottenere dalla Corte Costituzionale l’abrogazione dell’art. n. 553 del Codice penale che puniva penalmente “la propaganda dei mezzi atti ad impedire la procreazione” . Si poteva, quindi, finalmente parlare liberamente di procreazione responsabile, anche se la pillola era ancora prescrivibile non come mezzo contraccettivo ma come regolatore del ciclo mestruale.

Nella primavera del 1975 assieme ad un gruppo di 16 esponenti laici (tra questi l’avv. Giorgio Brusin di S. Vito) che versarono 100.000 lire (allora era una somma importante) aprimmo in piazza Ellero la sede dell’AIED. Era il primo consultorio della Regione. Oltre alle informazioni dovevamo fornire anche strumenti concreti per poter procreare responsabilmente, serviva quindi un ginecologo. Mi fu segnalato un medico ginecologo che lavorava al pronto soccorso dell’Ospedale di S. Vito. Conobbi allora il dott. Renzo Plaino al quale chiesi di collaborare con l’AIED. Aderì subito con entusiasmo. Fu il primo e per qualche anno l’unico medico dell’AIED. Anche lui, come tutti, lavorava gratuitamente.

Allora la sessualità era tabù, la contraccezione non esisteva, l’aborto era vietato e le donne ricorrevano alle mammane. Il clero aveva un potere enorme. Il dott. Plaino era un laico vero, senza pregiudizi, un medico che non ha mai condito la scienza con questioni etiche o religiose; un medico che rispettava la volontà delle donne. Oggi tutto questo può sembrare normale ma allora era un comportamento “rivoluzionario”. Non era forse un caso se il ginecologo Plaino lavorava in pronto soccorso e non in ginecologia; e non è stato per caso se all’interno del pronto soccorso il dott. Plaino creò anche il centro oncologico, poi diventato servizio autonomo. Quando nel 1978 a S. Vito fu aperto (non casualmente) il primo consultorio pubblico della provincia di Pordenone l’unico medico era il dott. Plaino. Quando nel luglio del 1978 entrò in vigore la legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza, il primo medico della provincia (e per molto tempo l’unico) non obiettore disponibile ad applicare la legge fu lui. Per molti anni fu un solitario pioniere, un punto di riferimento sicuro per tutte le donne della provincia; almeno un paio di generazioni di donne sono state da lui aiutate in modo franco e spiritoso.

Il dott. Plaino ci ha insegnato molto, non con le parole ma con la sua costante attività quotidiana di medico senza pregiudizi. Ringrazio molto l’Azienda Sanitaria e il suo Direttore Generale per aver deciso di ricordarlo.