La riforma dei consultori pugliesi che prevede la presenza di medici non obiettori nelle proprie strutture è un esempio di buona sanità, nel rispetto di quanto previsto dalla legge sui consultori e dalla legge 194. La stessa attenzione può e deve essere prestata alle strutture ospedaliere per garantire gli interventi di interruzione volontaria della gravidanza.
La legge 194 ha contribuito alla riduzione del numero degli aborti in Italia, ma soprattutto ha drasticamente ridotto il numero degli aborti clandestini e le morti per aborto.
A distanza di 34 anni dall’entrata in vigore della legge, l’obiezione di coscienza tra i medici è cresciuta, senza che le istituzioni prendessero provvedimenti in merito. In alcune zone della penisola la percentuale di obiettori tocca l’80 per cento, come in Molise, Campania, Sicilia, Bolzano. In Basilicata si raggiunge addirittura l’85,2 per cento.
Alla luce di questa grave situazione, L’AIED e l’Associazione Luca Coscioni a giugno scorso hanno invitato le Regioni ad attivare concorsi pubblici riservati a medici non obiettori per garantire il servizio di interruzione volontaria della gravidanza.
Ad oggi però ancora non è stata data alcuna risposta.
Il problema non esiste , caso mai sarà il contrario. Ormai per poter lavorare in consultorio devi essere di fatto un medico non obiettore. Se sei obiettori la commissione al di là delle tue capacità professionali ti giudica non idoneo. Alcune ASL vedi bando tuttora pubblicato del ASL MIlano 1 Magenta tra i requisito per acceder al avviso per il colloquio devi avere almeno 24 mesi di lavoro in struttura pubblica nell’applicazione della legge 194 e quindi concorso riservato a non obiettori. Il problema si pone caso mail per i medici non obiettori che se vogliono lavorare devono rinunciare all’obiezione di coscienza. Questa e? la realta. La legge 194 va modoficata per grandire anche l medico non obiettore di poter lavorare in consultorio. Tutto ciç é possibile a mio modesto parere facendo si che compito del medico sia solo quello di accertare lo stato di gravidanza della donna. Poi per la richiesta di aborto per effettuare in Ospedale dopo una settimana dall’ accertamento potrebbe essere fatta mediante un’ autocertificazione che la stessa donna esegue dopo colloquio con l’assistente sociale e la psicologa. Tutto ciò farebbe decadere l’esigenza della presenza di personale non obiettore presso i consultori. Diverso il discorso in Ospedale pubblico dve andrebbe identificato un operato che esegue materialmente l’aborto logicamente non obiettore.
Quella di richiedere la presenza di un non obiettore non solo é un esempio di mala sanità ma é un indecorosa ,razzista scelta di limitare la possibilità di lavoro ai medici obiettori. In un paese che si parla di diritti delle coppie gay e degli omossessuali , si calpesta il diritto al lavoro dei medici sono per le loro scelte morali. Vergogna.. La leggie 194 va cambiata vedi osservazione precedente .
Ognuno è libero di pensare qualunque cosa.
Quando si parla e si giudica, però, bisognerebbe essere precisi.
Il citato bando dell’ASL Milano 1 nei requisiti di ammissione al punto 5 prevede:
” documentata esperienza in Consultori familiari in attività di consulenza alle donne e gestione delle tematiche ricomprese nella L. 22.5.1978, n. 194, maturata presso ASL o altre Aziende Sanitarie pubbliche per non meno di 24 mesi.”
Questo previsione non discrimina nessuno, gli obiettori possono lavorare nei consultori e devono applicare la legge 194 (che non si occupa solo di aborto) perchè l’obiezione riguardo solo l’atto chirurgico.
L’unica cosa discutibile è la richiesta di 24 mesi di attività nelle Aziende sanitarie pubbliche perchè discrimina i medici che lavorano nel privato.
Il motivo principale è il numero crescente dei medici obiettori di coscienza previsti dalla legge 194 all’ art. 9 che, di fatto, limitano il diritto inviolabile di una donna di scegliere entro 90 giorni se portare avanti o no una gravidanza.