Impatto sessuologico degli incurvamenti penieni legati alla malattia di La Peyronie

Impatto sessuologico degli incurvamenti penieni legati alla malattia di La Peyronie

La malattia di La Peyronie è stata descritta clinicamente, per la prima volta, da Francois De La Peyronie, un chirurgo dell’esercito al servizio della Corte del Re di Francia, nel 1743. La malattia che prese il suo nome è conosciuta anche come Induratio Penis Plastica (IPP) e si caratterizza per una fibrosi, ovvero la formazione di tessuto cicatriziale poco elastico e spesso, circoscritta alla tunica albuginea, che è uno degli strati sottostanti alla cute che riveste internamente l’asta del pene. L’area fibrotica viene definita genericamente placca e causa una limitazione, durante l’erezione, dell’elasticità della porzione di pene ove essa è localizzata. Durante l’inturgidimento del pene, la diversa struttura del tessuto della tunica albuginea, che in questa parte è meno elastica, determina una curvatura, più o meno accentuata, verso il lato interessato dalla lesione.

Sintomi
Il paziente spesso prova dolore durante l’erezione sia a causa dell’incurvatura sia in relazione alle sensazioni ad essa correlate; il pene con questa limitazione anatomofunzionale, nei casi più gravi, ha delle difficoltà o è impossibilitato ad effettuare la penetrazione. Questo disagio ha anche un impatto significativo sul benessere psichico del paziente. Le sensazioni di insicurezza, ansietà, inadeguatezza, paura per la perdita della funzione sessuale, sono responsabili di turbe psico-sessuologiche quali calo del desiderio, deficit erettile, turbe dell’eiaculazione che, inevitabilmente, colpiscono l’identità maschile con ricadute sulla vita sessuale, sia individuale che di coppia, e sull’immagine che si ha di sé. L’esordio può essere improvviso, oppure insidioso e progressivo.
In alcuni casi è possibile risalire ad un evento traumatico penieno che anticipa di circa 1-4 settimane l’insorgenza della curvatura ed in altri casi non si risale, invece, ad un evento traumatico preciso. Spesso la malattia si manifesta con una fase acuta, caratterizzata da dolore spontaneo in presenza o assenza di erezione; a distanza di circa 12-18 mesi dall’evento è seguita da una fase di stabilizzazione in cui la residua placca calcifica e diventa insensibile alla terapia medica.

L’intervento
L’intervento di corporo-plastica consiste nell’effettuare delle incisioni o l’asportazione di una losanga di tessuto dal lato opposto alla curvatura. Questa pratica chirurgica permette il raddrizzamento del pene.

Le cause e le malattie associate
Pur essendo ancora ignota la causa di questa malattia, si ipotizza che un ruolo fondamentale lo ricoprano traumi o microtraumi a carico del pene che determinano, ripetuti nel tempo, lesioni, anche minime della tunica albuginea che danno infiammazione e che esitano, in alcuni soggetti, in un tessuto fibroso circoscritto (placca). Con una certa frequenza la malattia si accompagna ad altre affezioni come il diabete, la gotta, l’ipertensione, l’aterosclerosi ed è, spesso, correlata a patologie del tessuto connettivo. Talvolta questi pazienti riferiscono anche una retrazione della fascia palmare che impedisce loro l’estensione delle mani (malattia di Dupuytren). Gli uomini maggiormente colpiti sono quelli tra i 50 e i 65 anni.

Come gestire i problemi nel rispetto della vita di coppia
La malattia può associarsi a un deficit d’erezione, a causa del dolore e della curvatura, che comporta dolore durante la penetrazione per entrambi i partners.
Tutto ciò provoca, come già detto, un importante effetto psicologico negativo sia sul versante individuale che su quello di coppia. Entrambi i partner percepiscono il rapporto sessuale come conflittuale e doloroso e pertanto possono innescarsi eventi che mettono in crisi l’affinità della coppia limitando la ricerca di intimità e contatto.
Per tale ragione viene fortemente consigliato un colloquio psico-sessuologico in modo che possano essere elaborati i vissuti di “tradimento del corpo” spesso accompagnati a questa malattia.
Inoltre, ove si riscontri l’opportunità della correzione chirurgica, si raccomanda un ulteriore lavoro psico-sessuologico per l’elaborazione delle aspettative che in alcuni casi possono essere non adeguate o irrealistiche.

Con una semplice visita andrologica si è in grado di formulare una precisa diagnosi basandosi su:

  • storia clinica del paziente (modalità e tempi di insorgenza, sintomi, manifestazioni associate, vita sessuale);
  • autofotografie, in tre proiezioni, che il paziente deve eseguire a pene eretto e che permettono di calcolare l’esatto angolo di curvatura del pene;
  • esame obiettivo che permette valutazioni estremamente precise sullo stato di malattia;
  • ecografia peniena a pene flaccido ed in erezione farmaco-indotta. Se l’incurvamento è molto accentuato, l’indicazione è generalmente l’intervento chirurgico che ristabilirà la corretta situazione anatomica.

Il sapere di essere portatori di questa anomalia e non essere informati sulla possibilità della sua correzione alimenta ansie e paure che, inevitabilmente, ostacolano la normale relazione affettiva e sessuale.

Carlo Trombetta