Aspetti psicologici: L’identità sessuale

La sessualità umana costituisce un elemento determinante per lo sviluppo della personalità, è un mezzo di espressione e di comunicazione, nucleo centrale dell’identità della persona: riguarda il modo di porsi in relazione agli altri. Non coincide cioè con gli organi genitali ed il loro funzionamento, ma comprende l’intero corpo e tutta la persona.

La sessualità non è qualcosa che viene coinvolta solo quando si desidera soddisfare il bisogno sessuale, ma l’essere femmina o l’essere maschio si riflette su tutto quello che facciamo.

L’adolescenza è il periodo in cui si pensa a se stessi come non era mai stato fatto in precedenza. Ci si interroga sui propri cambiamenti, si ha l’impressione di vedere il mondo con occhi nuovi. Si fanno progetti, e non soltanto a breve termine, ma anche per gli anni futuri. Chiedersi “chi sono” significa anche porsi delle domande sul proprio essere maschio o femmina, ossia sulla propria identità di genere.

L’identità di genere sessuale ciascuno la costruisce entro i primi 3 o 4 anni di vita, sulla base del sesso biologico, ma non solo. Sono infatti determinanti le relazioni interpersonali che il bambino ha, fin dalla nascita, con le figure di accudimento. I genitori infatti, nel loro entrare in relazione con il figlio, ne confermano, attraverso messaggi consci ed inconsci, verbali e non verbali, la mascolinità o femminilità. I genitori hanno infatti un’idea su quello che è un maschio o una femmina, su quello che deve o non deve fare e su questa idea tarano il loro modo di rapportarsi.

Maschi e femmine utilizzano poi il genitore dello stesso sesso come modello di identificazione ed anche questo contribuisce a facilitare la strutturazione dell’identità di genere, soprattutto se il genitore in questione si sente bene e a suo agio nella propria mascolinità o femminilità.

Altro aspetto fondamentale che serve da rinforzo dell’identità è anche il riconoscimento del genitore dell’altro sesso. “Riconoscimento” in questo caso significa disponibilità a porsi come oggetto d’amore ed a ricambiare di un amore di pari intensità. Un amore in cui l’aspetto sessuale non viene agito, ma l’intensità dell’affetto, dell’accettazione, dell’apprezzamento del genitore del sesso opposto riflette come in uno specchio una immagine “bella”, che accompagnerà con fiducia l’adolescente nella sua vita di relazione e nel suo incontro con l’altro.

L’identità sessuale ha però anche un’altra componente, legata al riscontro sociale, cioè al ruolo: il ruolo sessuale è costituito da quell’insieme di aspettative che si rivolgono ad una persona sulla base del sesso biologico di appartenenza. Nella nostra cultura esistono aspettative differenti a proposito dei comportamenti ritenuti appropriati ai due sessi, sebbene certe rigide stereotipie, caratteristiche di qualche tempo fa, siano fortunatamente in trasformazione.

In adolescenza, periodo in cui ulteriormente si rafforza e si consolida l’identità sessuale, ragazzi e ragazze sono chiamati al “doloroso” distacco dalle figure di identificazione primaria (i genitori) per ulteriormente definire una identificazione con il ruolo maschile e femminile. In questa prospettiva assumono particolare rilevanza i modelli proposti dai mezzi di comunicazione di massa, soprattutto per coloro che per varie ragioni non hanno potuto trovare in famiglia o comunque in adulti di riferimento dei modelli efficaci di identificazione. Proprio in relazione a questo è utile attivare un senso critico che permetta di orientarsi tra gli innumerevoli modelli proposti, soprattutto nell’ottica di scegliere quelli che meglio possano armonizzarsi con il proprio mondo interno.