#Legge194

22 maggio: anniversario della Legge 194 per la legalizzazione dell’aborto.
Aied celebra il diritto delle donne a decidere del proprio corpo e chiede che l’Italia introduca l’educazione sessuale nelle scuole

Legge 194_Aied

43 anni fa in Italia, il 22 maggio del 1978, entrava in vigore la legge 194 e l’aborto veniva legalizzato. Nessuna donna, da quel momento, era più costretta ad interrompere una gravidanza non desiderata con metodi pericolosi, illegalmente, clandestinamente.

La legge sull’aborto è stata una delle ultime grandi riforme nell’ambito delle libertà e dei diritti civili, insieme alla legge sul divorzio, alla legge Basaglia, alla riforma del diritto di famiglia e alla legge istitutiva dei consultori familiari.

E’ stata una conquista importante, che va ricordata nel contesto di quel decennio di formidabili riforme, tra il 1970 e il 1980, che ha salvato la vita di migliaia di donne e ha più che dimezzato il numero degli aborti.

Il problema del nostro paese è che, dopo quel decennio e dopo quelle riforme, non ha avuto la volontà politica di attuare e consolidare tutto ciò che quelle riforme implicavano, e cioè la costruzione di un sistema di informazione e prevenzione a servizio dei cittadini.

A distanza di più di quarant’anni, i consultori pubblici occupano ancora un posto marginale nella vita delle donne e delle famiglie e l’informazione corretta e ampia sulla salute sessuale e riproduttiva è inesistente per un paese che fa parte del G20 ed aspira ad allinearsi ai più alti standard europei di welfare.

AIED si appella alle forze politiche e al governo affinché al più presto si riprenda il lavoro già avviato cinque anni fa dal Ministero della Salute e da quello dell’Istruzione per l’introduzione dei corsi di educazione sessuale e affettiva nelle scuole di ogni ordine e grado, secondo gli standard indicati dall’OMS e ormai adottati dalla maggioranza dei paesi europei. L’informazione e la conoscenza sono gli strumenti che servono alle donne per vivere la propria sessualità liberamente e scegliere la maternità con responsabilità, usando la contraccezione ed evitando gravidanze non desiderate.

Rispettare la legge 194 e il diritto delle donne a scegliere liberamente del proprio corpo e della propria vita comprende il dovere da parte delle istituzioni a fornire il massimo dell’informazione corretta e accessibile e a garantire servizi adeguati e continuativi in tutti gli ambiti della vita delle persone: sanitari, sociali ed economici.

Tra questi servizi deve esserci anche un sistema accogliente e solido per le donne che desiderano avere figli e che rinunciano ad averne perché il sacrificio che il nostro paese impone loro è alto, sia dal punto di vista economico che da quello della realizzazione personale.

Un paese moderno è quello che non colpevolizza le donne che fanno scelte diverse da quella della maternità, ma che sa invece accogliere e rispettare tutti nella loro diversità e unicità.