L’AIED accoglie con molta soddisfazione la conferma della sentenza della Corte Europea sull’incoerenza del sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto, bocciando definitivamente la legge 40 secondo cui solo le coppie infertili hanno accesso a trattamenti di procreazione medicalmente assistita.
“La legge 40 è un provvedimento ai limiti della crudeltà” dichiara il Presidente nazionale dell’AIED Mario Puiatti, “che ha come unico scopo quello di arginare il percorso laico della garanzia dei diritti dei cittadini alla salute e alle scelte individuali. Il prossimo Parlamento dovrà tenere conto di questa sentenza e prepararsi sia a cancellare la legge 40, sia ad adottare misure efficaci e urgenti per la piena attuazione della Legge 194 sull’aborto, se non vogliamo rischiare un nuovo richiamo dall’Europa”. Lo scorso agosto infatti, l’International Planned Parenthood Federation European Network, ONG internazionale che si occupa di diritti riproduttivi e sessuali, ha presentato un reclamo contro l’Italia al Comitato Europeo per i Diritti Sociali del Consiglio d’Europa. L’associazione denuncia l’inadeguatezza della legge 194/78 a garantire la tutela del diritto alla protezione della salute e alla non discriminazione della Carta Sociale Europea. Tale inadeguatezza risiede nella mancata previsione nel testo dell’articolo 9 della legge 194/78 “di misure precise attraverso le quali gli ospedali e le autorità regionali garantiscano una presenza adeguata di personale non obiettore in tutti gli ospedali pubblici, per assicurare il diritto d’accesso alle procedure per l’IVG”. Il prossimo Parlamento non può epurare dalla propria agenda politica i diritti fondamentali della persona e delle donne, come hanno fatto i parlamenti precedenti. Le Regioni pongano rimedio subito a questa situazione indicendo concorsi pubblici per medici non obiettori, come proposto da AIED e dall’Associazione Luca Coscioni.