E se la “prima volta” non succede?

Indipendentemente dall’età alla quale si affronta il primo rapporto i dubbi rispetto a quali siano le manifestazioni “normali” che dovrebbero accompagnarlo continuano ad essere tanti.

Uno dei più frequenti è quello relativo alle fuoriuscite di sangue al momento della perdita della verginità.
I due fenomeni hanno cessato di coincidere da un po’ di tempo, da quando, come ormai nella maggior parte dei casi, si giunge al primo rapporto completo in maniera più graduale.
Però delle aspettative, in positivo o in negativo che siano, continuano a resistere in merito.
Fortunatamente sono lontani i tempi in cui la mancata “prova” della verginità, consistente appunto nella comparsa del sangue alla prima penetrazione, era fonte di veri drammi per le donne.
Però pare che ci sia ancora chi crede che quel segno sia un corollario indispensabile dell’integrità dell’imene. Cosa non vera, perché tra le molte varianti di questa membrana posta all’ingresso della vagina, ce ne sono molte che consentono la penetrazione senza che avvengano lacerazioni (in gergo, con un brutto termine, coniato non a caso parecchi anni fa, definito “imene compiacente”).
Per quanto le cose siano cambiate però, ancora oggi l’ormai frequente evenienza della assenza di emorragia, in qualche caso provoca dubbi e diffidenza. Come rispondere? Invitando il partner ad informarsi ed aggiornarsi e valutando meglio la serietà di un rapporto in cui un dettaglio anatomico ha la meglio sulla fiducia nella propria donna.
Proprio perché l’anatomia è varia esistono però ancora molti casi in cui la perdita di sangue si manifesta, e naturalmente con modalità diverse e imprevedibili.
Le perdite ematiche dovute alla lacerazione dell’imene, a parte la diversa entità, possono protrarsi per qualche giorno successivamente al rapporto, specie se ve ne sono di successivi prima che la lesione sia rimarginata. Solo in casi rarissimi però i vasi sanguigni interessati sono di calibro tale da dare emorragie che richiedano un qualche intervento medico per essere arrestate: per lo più le perdite si affievoliscono e scompaiono nel
giro di qualche giorno.
Quello che può accadere invece è che si sovrappongano delle perdite di sangue dovute a qualche alterazione del ciclo mestruale. In questo caso il sangue non proviene dall’imene, ma dalla cavità uterina. Questo fenomeno, peraltro frequente, è legato a transitorie alterazioni ormonali, indotte spesso dall’impatto emotivo (sempre importante, sia che l’esperienza sia vissuta positivamente o negativamente) che “la prima volta” continua ad avere sulla psiche femminile.
Un buon modo per rassicurarsi è come sempre, quello di consultare un medico, per sapere con certezza qual è nel proprio caso l’origine del fenomeno e quale ne sarà la naturale evoluzione.

Paola Piattella