Alfabeto sessuale

Parole e significati, dialogo, frustrazione, felicità, fedeltà

Dialogo
Vivere la sessualitá presenta molte sfaccettature: é un’esperienza erotica, é contatto con noi stessi e con l’altro, é procreazione, é amore, é un incontro autentico tra persone.
Se all’inizio di un rapporto sono spesso l’attrazione fisica, l’entusiasmo, l’innamoramento a giocare il ruolo piú importante nell’unire una coppia, man mano che si sta insieme – e si devono affrontare problemi di vario genere, differenze di vedute, momenti difficili – acquista sempre maggiore importanza il modo di comunicare e di dialogare. Una buona capacitá di dialogo nella coppia permette di non allontanarsi troppo o troppo a lungo, di superare situazioni difficili e conoscersi piú in profonditá. Riuscire ad esprimere i sentimenti sia negativi che positivi, i desideri e i bisogni é importante. Mettersi in ascolto dell’altra persona, sintonizzarsi sulla sua lunghezza d’onda per capire cosa vuol dire con le parole e al di lá delle parole. Essere assertivi senza essere aggressivi riuscendo cosí ad affermare il punto di vista personale, esprimendo il proprio modo di essere senza prevaricare l’altro. Dialogare vuol dire parlare e porsi con onestá rispetto all’altro. Ció fa sentire meglio, consente di evitare fraintendimenti e contribuisce a creare un clima di intimitá e chiarezza. É come apprendere un meraviglioso gioco di equilibrio: riuscire a tener conto dei sentimenti dell’altro senza rinunciare ai propri. É una capacitá che si puó imparare e migliorare nel tempo, un pó per volta, ma bisogna essere in due a volerlo perché abbia successo. Saper dialogare vuol dire saper tollerare le differenze e imparare a gestire i conflitti. La vita di coppia comporta un gioco di accomodamento e di confronto tra due caratteri, due storie individuali.
Saper ascoltare l’altro e capire cosa ci vuol dire, con le parole e al di là di esse, rispettare il partner e non pretendere che diventi uguale a noi, ma nemmeno annullare la propria personalitá. L’empatia implica la capacitá di mettersi nei panni dell’altro facendolo sentire rispettato capito e accettato sia sul piano dei sentimenti che delle idee.

Differenziazione sessuale
Letteralmente vuol dire distinzione dei sessi e riguarda l’insieme dei fenomeni biologici, psicologici e sociali che differenziano il sesso maschile da quello femminile. Evolve attraverso 4 stadi fondamentali della vita umana: fetale, infantile, puberale e adulto.
La differenziazione sessuale è un processo complesso e dal punto di vista biologico distinguiamo il sesso anatomico (organi sessuali e caratteristiche sessuali secondarie), il sesso genetico (i cromosomi sessuali), il sesso gonadico ( le ghiandole sessuali), il sesso endocrino ( gli ormoni sessuali) e il sesso germinale ( le cellule riproduttive).
In passato si riteneva che la donna fosse una sorta di uomo incompleto in quanto gli organi sessuali esterni femminili erano visti come strutture atrofizzate rispetto a quelli maschili. Successivamente la prospettiva é cambiata poiché é stato scoperto che il principio di femminilizzazione ha la prioritá su quello di mascolinizzazione. Vale a dire che fino alla sesta settimana l’embrione appare “asessuato” o addirittura “bisessuale”. In realtá il sesso del nascituro é in sé determinato giá dal momento della fecondazione, e soltanto un test cromosomico puó individuarlo prima della sesta settimana, ma dal punto di vista anatomico, fino alla sesta settimana, l’embrione maschile non si distingue affatto da quello femminile. Sono poi le secrezioni ormonali ad imprimere lo sviluppo degli organi sessuali maschili o femminili. Se le ghiandole produttrici di ormoni, per un determinato motivo, in questo periodo non entrano in funzione, l’embrione – a prescindere che il suo sesso genetico sia maschile o femminile – svilupperá sempre organi sessuali secondari femminili. E’ significativo che gli estrogeni non sono necessari per il proseguimento del processo di femminilizzazione, ma forniscono soltanto un ausilio limitato, mentre gli androgeni sono indispensabili per la virilizzazione dell’embrione. In altre parole, se la produzione di estrogeni si dovesse arrestare il processo di femminilizzazione avrebbe comunque luogo, se invece si bloccasse il flusso di androgeni, l’ embrione andrebbe ad evolvere in senso femminile. Dunque, soltanto con un enorme produzione di androgeni l’embrione puó mantenere la rotta “virile”. Di conseguenza la tesi patriarcale che considera la donna un uomo mal riuscito é andata a cadere.
Con la nascita si conclude questa parte della differenziazione sessuale e comincerá il processo, non meno importante, della sviluppo dell’identitá maschile o femminile che é influenzata in modo decisivo, oltre che dalle caratteristiche personali, anche dal contesto sociale e culturale di appartenenza, dai ruoli e
dagli stereotipi sessuali in esso predominanti (vedi nella rubrica alla voce ruoli sessuali e identitá sessuale)

Fantasia Erotica
Sogno erotico ad occhi aperti in grado di stimolare sessualmente. É un fenomeno abbastanza comune e diffuso sin dall’adolescenza perché concorre alla realizzazione parziale dei bisogni che non possono trovare soddisfazione nella vita reale. Generalmente indica le tendenze psicosessuali dell’individuo.
La capacitá di immaginazione contraddistingue l’essere umano che la utilizza non solo per fare previsioni, risolvere problemi, esprimere la creativitá, ma anche per soddisfare alcune carenze o per evadere da una realtá spiacevole. Una delle piú importanti scoperte della psicoanalisi é stata quella di aver capito l’importanza delle esperienze sessuali fatte dall’essere umano a livello puramente fantastico. Fin dalla piú tenera infanzia la vita sessuale dell’individuo é popolata da fantasie complesse e solo in parte conscie. Ma é solo a partire dall’adolescenza che il bisogno sessuale viene ad essere appagato in maniera attiva e consapevole attraverso la fantasia. Sviluppare fantasie erotiche e amorose durante l’adolescenza é qualcosa di assolutamente normale che rimarrá presente, in diversi gradi, anche nelle etá successive. Permette di esplorare in una forma innocua e sicura, le proprie sensazioni e desideri. Le fantasticherie a contenuto sessuale possono a volte creare paura o sensi di colpa proprio perché vanno ad esprimere le emozioni piú recondite. Si ricorre alle fantasie erotiche quando si é da soli, ma anche nella relazione con il/la partner. Utilizzare la propria immaginazione per eccitarsi fa parte, dunque, del “bagaglio” erotico di una persona sessualmente viva, ma quando diventa un modo esclusivo, una sorta di fissazione che rende schiavi, allora entriamo in un campo problematico.
Tutte le volte che la fantasia erotica si sostituisce completamente alla realtá si trasforma in fantasma erotico e ció esprime un problema sul piano dell’adattamento e dell’estrinsecazione naturale della sessualitá. In questi casi le fantasie diventano piú importanti dell’amplesso stesso fino a prendere il posto del reale che viene a rappresentare solo una copia dei propri sogni sessuali.
Se l’adulto riesce a dominare queste fantasie erotiche infantili, avrá una vita sessuale sana, diversamente, rimarrá fissato ad uno stadio infantile. Tutte le parafilie rappresentano in qualche modo regressioni dell’adulto nel fantasmatico mondo sessuale dell’infanzia.

Fedeltá
Questa parola sta ad indicare l’esclusivitá del rapporto, sia dal punto di vista sentimentale che sessuale, con il/la partner prescelta. Concetto che viene riferito non solo alle unioni istituzionalizzate, ma a tutte le relazioni di coppia.
Sebbene nella nostra societá “ essere e restare fedeli” sia un valore riconosciuto dalla maggior parte delle persone, nella quotidianitá la fedeltá va vista come un fatto puramente soggettivo. Vale a dire che se per qualcuno la fedeltá é ritenuta fondamentale in quanto considerata alimento e difesa dell’amore, per un altro puó essere sentita come una costrizione, una prigione ed essere quindi limitativa.
Si puó essere fedeli per amore, per coerenza, per rispetto di se stessi o dell’altro, per etica laica o religiosa. Per molti l’impegno di fedeltá é strettamente collegato all’esigenza di stabilitá affettiva e in genere dopo il periodo adolescenziale, caratterizzato dalla pluralitá di esperienze amorose, prevale in loro la tendenza alla continuitá e alla sicurezza dei rapporti.
In una relazione importante é raro, specialmente all’inizio, che si tradisca poiché quando una coppia é soddisfatta affettivamente e sessualmente ha scarse spinte centrifughe. Man mano che il rapporto va avanti negli anni, é frequente che affiorino interessi extraconiugali. A questo punto ci si puó trovare di fronte ad un bivio: restare fedeli o concedersi la storia o l’avventura extraconiugale? Da questo momento, se non si cede, la fedeltá diventa particolarmente meritoria, soprattutto se le varie “tentazioni” sono state neutralizzate per salvaguardare il rapporto e non per insicurezza o paura delle conseguenze. É la cosiddetta fedeltá “attiva”, scelta malgrado ci sia la possibilitá di tradire.
In caso d’infedeltá, il livello e il tipo di coinvolgimento affettivo in gioco nella relazione “extra” costituiranno un indice del significato che l’esperienza ricopre per quella persona. A volte l’infedeltá rappresenta solo una valvola di scarico compensatoria, ad esempio quando le esigenze sessuali dei partner sono molto diverse. Oppure si agisce con lo scopo di dare, in maniera indiretta, una punizione. É il caso di chi per una rivincita nei confronti del/la partner tradisce per richiamare su di sé l’attenzione. Altre volte, invece, l’adulterio é proprio l’evento che simboleggia la fine di una relazione da lungo tempo critica e asfittica.

Felicitá
Corrisponde ad uno stato di benessere e di gioia che puó avere una durata breve o mantenersi piú a lungo nel tempo. La felicitá implica una condizione di completo appagamento dei propri bisogni e desideri, che si assapora nella soddisfazione raggiunta. Si puó sperimentare sin dai primi anni di vita e ogni persona la riconosce immediatamente quando si presenta. Non é qualcosa che puó essere evocata ‘a comando’ in quanto é data da un insieme complesso di fattori.
L’idea stessa di felicitá ha subito variazioni significative nelle varie epoche e culture, poiché, oltre che alle esigenze dell’individuo, é strettamente collegata anche a quelle della realtá sociale in cui la persona vive. La psicoanalisi afferma che la felicitá é data dall’appagamento delle pulsioni individuali, ma non solo. Per appartenere ad un gruppo, ed ottenere quel tanto di sicurezza che ne deriva, l’individuo deve mediare la soddisfazione dei propri bisogni con quelli altrui accettando le regole della convivenza. In quest’ottica, la felicitá sarebbe dunque raggiungibile da chi riesce ad integrare le proprie esigenze interiori con quelle della realtá circostante, pur mantenendo nei momenti di frustrazione la propria dignitá ed equilibrio. Due sono in genere i percorsi seguiti per arrivare ad essere felici: uno basato sulla soddisfazione dei bisogni, l’altro sul distacco dalle passioni e quindi sulla neutralizzazione del desiderio. Nel primo caso si tende a raggiungere il benessere intervenendo sul proprio ambiente, per mutare le condizioni di vita al meglio, nel secondo si ricerca la pace interiore, da raggiungere mediante la meditazione e il distacco dal mondo. Ma l’obiettivo non deve essere tanto quello di rinunciare al piacere, quanto di saper tollerare in maniera adattiva la sua mancanza, senza soccombere alla sofferenza. Per far ció bisogna avere una visione della vita che va oltre il contingente ed é solo a questa condizione che la felicitá puó essere in qualche modo sottraibile al caso.
Va infine sottolineato che la capacitá di amare, ossia di dare e ricevere amore, rappresenta il canale privilegiato per raggiungere la felicitá. Infatti, l’essere felici non consiste solo nel piacere dell’appagamento, ma anche nella gioia di esprimere se stessi, di stare in relazione con gli altri, di creare e di allargare la propria conoscenza confrontandosi con il mondo circostante.

Femminilitá
Complesso di qualitá e attitudini riconducibili alle caratteristiche psicologiche e sessuali della donna.
Molti sono abituati a considerare la femminilitá dal punto di vista estetico, per cui la identificano in determinate fattezze del corpo della donna, o in un suo particolare. Ma la femminilitá é qualcosa di piú, é data in generale dal comportamento, dall’atteggiamento della persona, dalla sua capacitá affettiva. Ci sono donne fisicamente corrispondenti ai canoni della bellezza femminile, nelle quali peró diventa difficile individuare la loro femminilitá. Al contrario, donne esteticamente poco aderenti allo stereotipo, possono essere percepite come molto femminili per la loro capacitá di amare e di relazionarsi all’uomo come parte integrante della propria sessualitá e personalitá.
Tuttavia, uscendo fuori dalla sfera dei gusti personali, risulta quanto mai arduo definire in che cosa consista veramente la femminilitá. Nella nostra cultura le caratteristiche individuate come femminili sono perlopiú la tenerezza, la cura premurosa, la sensibilitá, l’intuizione, il senso materno. Ma cé’ da chiedersi se davvero sono tipiche solo delle femmine, ad esempio, la dolcezza e l’emotivitá. Ovviamente no, anche se le ricerche scientifiche hanno riscontrato che alcuni tratti sono piú comuni ad un sesso piuttosto che all’altro e ció non solo per effetto delle influenze culturali, ma anche di quelle biologiche. Rispetto all’uomo, la donna sembra essere piú a suo agio nel mondo delle emozioni, delle relazioni interpersonali, nell’apprendimento linguistico, nelle capacitá intuitive. L’erotismo femminile appare piú sensibile agli stimoli tattili, auditivi, olfattivi di quello maschile; sembra seguire un ritmo piú lento e graduale, dove contano l’attesa, la fantasia, l’allusione e la dimensione affettiva.
Queste differenze tra i due sessi peró non vanno considerate come assolute. Ci sono maschi dolci e sentimentali cosí come femmine orientate a vivere il sesso svincolato dal coinvolgimento affettivo. Non si deve cadere nella trappola di ridurre tutto ad una visione stereotipata che impoverisce la realtá, costringendo uomini e donne in ruoli rigidi, o in senso opposto di azzerare ogni differenza sessuale. La diversitá tra i sessi va valorizzata perché favorisce il processo di individuazione, la crescita reciproca ed é fonte di stimoli e di attrazione sessuale.

Frustrazione
La frustrazione é un sentimento, affine alla delusione, che insorge quando ci si trova nell’impossibilitá di soddisfare un bisogno o un desiderio, quindi di raggiungere uno scopo prefissato. Secondo la psicoanalisi, la frustrazione é un’esperienza fondamentale per l’Io, per il suo sviluppo, al fine di esercitare la sua funzione di adattamento alla realtá. Rappresenta anche una delle cause piú frequenti di nevrosi. Oltre una certa soglia, la frustrazione diviene inaccettabile e sin dall’infanzia produce una regressione a un precedente stadio di sviluppo affettivo. Se un bambino viene troppo frustrato in un bisogno affettivo, adotterá modalitá comportamentali appartenenti ad una fase precedente dello sviluppo, quando cioé otteneva attenzione. Anche nell’adulto la frustrazione puó provocare reazioni regressive.
Peró se non si é sperimentata sin da bambini una certa tolleranza alle frustrazioni si incontrano difficoltá a socializzare poiché si conserva una visione egocentrica della realtá, non mediata dalla considerazione delle necessitá altrui. La tolleranza alle frustrazioni rappresenta un indice di equilibrio interiore, ma se le frustrazioni superano eccessivamente, in quantitá o in intensitá, le gratificazioni, la persona manifesterá sintomi nevrotici o psicosomatici. Ogni individuo nella propria vita si trova ad affrontare occasioni piú o meno pesanti di frustrazione: un fallimento nel lavoro, una separazione, l’impossibilitá di realizzare un’aspirazione. Ma grazie a queste esperienze riesce poi ad adeguare le sue esigenze alla realtá circostante. Adattamento non necessariamente passivo, anzi nella coscienza del limite si puó sollecitare la propria creativitá per individuare soluzioni diverse.
Sono state osservate diverse modalitá di reazione alla frustrazione. Tra queste c’é quella di tralasciare l’azione intrapresa quando appare troppo difficile o all’opposto di intensificare gli sforzi per superare l’ostacolo. Diffusa é la reazione aggressiva: allontanare da sé o danneggiare l’oggetto della frustrazione. C’é chi rimpiazza la realtá frustrante con fantasie compensatorie o chi sostituisce la meta da raggiungere con un’altra piú semplice. Si parla di sublimazione quando un bisogno, in genere erotico o aggressivo, riprovevole per la coscienza e quindi frustrato, viene trasformato in esigenza socialmente approvata e in comportamento stimabile.

Galanteria
Dal francese galant, galer, divertirsi, in connessione con gale, gala, sfarzo. Nell’ambito della sfera sessuale, le parole galanteria e galante, non sono da intendere solo come componente erotica di ogni rapporto formale con l’altro sesso. L’idea di galanteria, cosí come si é formata nei secoli recenti, é piuttosto un vero e proprio galateo erotico, un codice di comportamento, attraverso il quale la persona galante riesce a dare alla propria esperienza un valore etico ed estetico.
La galanteria é dunque ció che, attraverso la manifestazione codificata dell’eros, copre e maschera la passione che viene per cosí dire soffusa e non profusa.
L’Ariosto usó questo termine nelle sue commedie inizialmente come aggettivo nell’accezione di “cortese, elegante” e successivamente come sostantivo per indicare il seduttore, lo spasimante. La galanteria é essenzialmente un prodotto della cultura tardo-feudale rintracciabile nelle manifestazioni dell’erotismo degli antichi provenzali.
Nella letteratura francese della metá del Seicento non mancano riferimenti specifici riguardo a questo tema fino a trovare una vera e propria casistica erotico- galante, ricca di preziositá psicologiche e intellettuali. Al di lá del puro divertimento, la galanteria nasce dai piú rispettosi contatti tra dama e cavaliere fino ai misteri dell’alcova. L’eros diventa un’operazione culturale, fruibile come oggetto di racconto e di saggio, in cui vengono introdotti elementi di complessitá sentimentale. Le faccende amorose entrano cosí a far parte di un mondo fatto di nastri ricevuti in dono, di livree e colori o di atti cavallereschi quali le giostre, i tornei, i combattimenti agli ostacoli o anche gesta di valore compiute in guerra.