La visita ginecologica

La decisione di sottoporsi ad una visita medica è spesso accompagnata da un po’ di ansia. Per alcune visite in particolar modo, e tra queste spesso proprio la visita ginecologica.

Il momento in cui ci si sottopone ad una visita ginecologica è sempre un momento psicologicamente delicato, perché, anche volendo mettere da parte inibizioni e pudori immotivati, questo tipo di controllo richiede un livello di intimità e affidamento con il medico decisamente peculiare.
Fortunatamente le ragazze oggi arrivano alla prima consultazione ginecologica piuttosto presto, di solito in occasione dell’inizio dell’attività sessuale, tranne i casi di patologie che richiedano l’intervento dello specialista prima dell’inizio dei rapporti.
Il primo contatto col ginecologo è importante e rischia, quando negativo, di condizionare il comportamento futuro, quanto a regolarità dei controlli ai quali è necessario sottoporsi per questo aspetto della propria salute. Per affrontarlo bene sarebbe intanto opportuno conoscere quali sono i tempi della visita, per non trovarsi impreparati. La visita è preceduta da un colloquio, l’anamnesi, in cui si raccolgono tutte le informazioni sulla storia clinica della paziente. Questo è anche il momento in cui si stabilisce il contatto con il medico che si è scelto, nel quale si costruisce lo “spazio” di comunicazione che conterrà poi anche la visita vera e propria. Se già da questo momento si avverte che non c’è l’atteggiamento che ci si attende da parte del medico è forse bene parlarne, o rimandare il passo successivo, cioè quello della visita vera e propria, per cercare lo specialista al quale si sente di potersi affidare. Come in molti altri rapporti umani anche medico e paziente debbono “scegliersi” e se un primo incontro è stato fallimentare non bisogna lasciarsi condizionare. Sarà solo necessario ritentare, magari avendo qualche informazione in più per effettuare una nuova consultazione ed esprimendo liberamente dubbi, perplessità e timori, che sono importanti ai fini del successo della relazione terapeutica (e quindi di una buona gestione della propria salute) quanto eventuali dati e sintomi “fisici”. Da questo si passa poi alla visita vera e propria, che inizia con l’esame dei genitali esterni, cui fa seguito l’esplorazione dei genitali interni.
L’esame dei genitali interni si effettua con la cosiddetta “palpazione bimanuale”: una o due dita vengono inserite in vagina, mentre l’altra mano, poggiata sull’addome, palpa l’utero e le ovaie, definendone posizione, dimensioni e regolarità. L’altro importante tempo della vista e l’esame con lo “speculum”, un strumento costituito da due valve che, introdotto in vagina, permette di divaricarne le pareti e rendere visibile il collo dell’utero, che si trova in fondo al canale vaginale, e prelevare da lì il materiale per il Pap test o altre indagini necessarie. Della visita ginecologica deve far parte anche la palpazione del seno, preferibilmente nel periodo immediatamente successivo alla mestruazione. Questo tipo di controllo va effettuato, in assenza di fattori che indichino la necessità di frequenza diversa, una volta l’anno.

Paola Piattella